Orion SPX 200

Dal 1995 sono un felice possessore del buon telescopio Vixen R150S su montatura equatoriale Great Polaris; visto che col passare degli anni la quantità di tempo libero è andata diminuendo, si è gradualmente fatto sentire il bisogno di avere degli strumenti più “produttivi”, che permettessero di osservare più oggetti in una stessa nottata.
Nel 2010 decisi, quindi, di acquistare l’Orion spx 200 da porre sopra una montatura EQ6, dotata di sistema go-to per il puntamento automatizzato degli oggetti celesti.
Con una spesa relativamente contenuta ho ottenuto un’ottica di maggior diametro, rispetto al Vixen, leggera e con la versatilità tipica delle ottiche newtoniane.
Nelle righe che seguono espongo le caratteristiche di questo strumento, nella speranza che possa aiutare altri astrofili a valutarne pregi e difetti.
Testi di riferimento (ottica fisica e geometrica, offset, parametri di qualità del primario):

1)Star Testing Astronomical Telescopes – A Manual for Optical Evaluation and Adjustment – Suiter – 2001
2)Astronomical Optics – Schroeder – 2004
3)http://www.telescope-optics.net
4)http://www.fpi-protostar.com/bgreer/collim.htm
5)Il libro dei telescopi -Walter Ferreri

OrionSPX-11-Orion SPX200 su SkyWatcher EQ6-ridotto

MISURE DEL TUBO
Qui sotto riporto delle immagini quotate con DraftSight che danno le dimensioni del  tubo; la trasportabilità sarebbe migliorata se fosse stato un po’ più corto nell’estremità dello specchio secondario, come avviene nel Vixen R200SS.
Nelle notti particolarmente umide, però, questo  diventa un pregio perché aiuta ad evitare la formazione di condensa sulle ottiche, come già avviene normalmente per lo schema ottico newtoniano.
OrionSPX-0A-tubo ottico Orion spx foto quotata-ridotto

LE OTTICHE
Il produttore ha allegato allo strumento un interferogramma da cui si può vedere come lo specchio primario  sia piuttosto buono:
OrionSPX-0C-telescipio interferogramma-ridotto
Dalle immagini seguenti si può vedere come è fatta la cella che sostiene lo specchio; sono riportati il numero di serie, le reali misure del diametro D=198mm e della lunghezza focale F=882 mm, per un rapporto f/4.
Da qualche misura astrometrica sulle immagini della mia Canon EOS 450D  ho trovato una F=890 mm, che corrisponde bene col risultato dichiarato da Orion.
Fin qui i numeri, ma qual’è il comportamento all’osservazione? Dopo varie e sudatissime collimazioni, sul quale tornerò in seguito, ho osservato delle stelle doppie vicino al limite della risoluzione teorica di 0,6″ , complice una splendida serata del 22 Agosto 2010 al Col del Lys (vicino a Torino), dal seeing perfetto in compagnia di due astrofili del GAWH, Lucio e _Carlo.
Dopo essermi divertito con doppie facili e belle (su tutte Albireo), con la barlow Coma 3X unita al Vixen LVW 8 potevo avere 335x e cercare la risoluzione limite puntando STF2780 nel Cefeo (m1=6.09, m2=6.77, sep=1″, altezza 67° )  e δ Cyg (m1=2.89, m2=6,27, sep=2.7″, altezza 88°) nel Cigno; la scelta non è stata casuale, infatti ho cercato una doppia dalla luminosità sbilanciata e un’altra tipo “gemella” stretta.
Le immagini erano da manuale,  in particolare con i dischi di Airy della STF2780 ben distinguibili e appena a contatto; il primo anello di diffrazione era perfettamente visibile, di luminosità uniforme  e senza imperfezioni. Anche stelle luminose come Vega e Deneb davano immagini ben contrastate, senza alcuna luce diffusa (a parte ovviamente la presenza dei lunghi spike di diffrazione dovuti agli spider del secondario)
Poi sono passato a Giove; l’immagine era disturbata da una leggera turbolenza, ma i particolari dell’atmosfera erano comunque ben visibili; i risultati all’osservazione indicano che l’ottica è davvero bella.
Ho rieseguito il test il 29 Agosto 2012 con risultati analoghi, con la sola differenza di un seeing non perfetto e non costante, in media a 0,8″.
OrionSPX-1-misure reali telescopio-ridottoOrionSPX-2-numero di serie-ridotto

 

 

 

 

 

 

OFF-SET
Seguendo i riferimenti indicati all’inizio dell’articolo si trovano i seguenti offset:
OrionSPX-Pasted Graphic 7
B= asse minore del secondario=63 mm
E=estrazione del fuoco=266 mm
f=rapporto focale=4.45
F=lunghezza focale obiettivo=882 mm
D=diametro obiettivo=198 mm

Ho preso delle misure col calibro (purtroppo non è stato possibile essere precisissimi), calcolato l’offset reale e constatando che si avvicina a quello teorico.
OrionSPX-4-secondario foto fronte quotato-ridottoOrionSPX-3-secondario foto quotato-ridottoOrionSPX-5-secondario disegno quotato-ridotto

Guardando il disegno si vede che:
OrionSPX-Pasted Graphic 1
OrionSPX-Pasted Graphic 2
Viste l’approssimazione delle misure, si ha un  offset di 3.24±0.36 mm, che si avvicina bene a quello teorico di 3.40 mm.

LA MECCANICA e LA CULLA
Se questo telescopio ha un peso e un prezzo basso ci sarà un motivo: Orion ha risparmiato su meccanica e tubo.
Con il collimatore laser della Hotec ho verificato la presenza di alcuni difetti dovuti all’economicità della produzione che, comunque, con alcuni lavoretti artigianali si possono ridurre entro limiti ben accettabili.
Inizialmente era presente una flessione molto pronunciata (15 mm) ribaltando il tubo dalla posizione orizzontale (est) a una orizzontale opposta (ovest); il problema risiedeva nella culla del primario dove tre viti  bloccavano lo specchio primario, lasciando dei giochi residui in corrispondenza delle contro-viti con testa a brugola sul fondo della cella.
OrionSPX-6-cella primario 1 foto quotata-ridotto     OrionSPX-7-cella primario 2-ridotto
Ho comprato 3 tasselli TGA da cemento, di quelli usati per tirare i cavi d’acciaio, e prelevato i 3 ganci ad occhiello filettati M6x55 che sono andati a sostituire le tre viti a brugola:  ho potuto, così,  serrare perfettamente in posizione l’obiettivo e operare la collimazione senza neanche guardare dove mettevo le mani, né il bisogno di alcun attrezzo o lampada notturna.
OrionSPX-5-viti TGA installate-ridotto
Muovendo nuovamente il telescopio si notava ancora una flessione residua (l’escursione del laser si era ridotta a 3-4 mm); grazie al reticolo inciso sul collimatore ho potuto scoprire che la crociera che regge il secondario si muoveva lievemente, malgrado avessi chiuso le 4 viti di blocco presenti sul tubo. Non  potevo far altro che stringerle al massimo consentito dalle mie dita ottenendo, così, la scomparsa di ogni flessione.

Ho spinto delicatamente il fuocheggiatore per simulare l’uso di un oculare pesante/macchina DSLR, trovando una flessione di 1 mm confermata anche nelle osservazioni notturne; non  è sempre eliminabile e può diventare fastidioso quando si tentano prestazioni al limite delle possibilità consentite dall’ottica.
Il fuocheggiatore è totalmente regolabile e il movimento del sistema Crayford è davvero molto fluido, privo di image shift e ben limitato nei giochi, anche montando  oculari  pesanti o la Canon EOS 450D.
Regolando e chiudendo bene le viti, la flessione rimane limitatamente ai movimenti dallo zenith ad altezze prossime all’orizzonte; ad ogni modo è elastica poiché riportando lo strumento sopra i 35° di altezza il tutto torna regolarmente in asse.
Qui sotto allego l’immagine che ritrae la culla del primario, con le sue 9 viti d’appoggio regolabili costituite da materiale plastico; vanno avvitate in modo che lascino lo specchio fermo in posizione con la minima forza necessaria.
In caso contrario il telescopio restituirà la tipica immagine stellare trilobata, che tornerà regolare appena ridotta la tensione sui punti d’appoggio.
Il lato positivo, invece, è che lo specchio è abbastanza sottile da rendere il tubo più leggero di altre case costruttrici.
OrionSPX-8-cella primario 1-ridotto

LO SPECCHIO SECONDARIO
Non posso che confermare quello che si legge navigando per la rete: il secondario è considerato il punto debole dello strumento dove Orion avrebbe davvero potuto lavorare meglio. Collimare il secondario di un Vixen R200SS in confronto è una passeggiata; stringendo le viti M4 di regolazione il secondario si “grippa” e ruota anziché inclinarsi nella direzione voluta, rendendo la collimazione un’esperienza sfiancante.
Ero talmente stufo che ad un certo punto pensavo di comprare crociera e secondario nuovi; smontando il tutto, ho visto che il sostegno del secondario era fatto di metallo tenero senza una molla di tiraggio.
Ho trovato una molla dalla forza giusta e aggiunto una spessa rondella dove le 3 viti M4 fanno contatto senza attrito; il problema si è ridotto a livelli accettabili e ora  lo strumento è migliorato.

SUPPORTO PER UN TELESCOPIO IN PARALLELO
Si sente la mancanza di un  supporto nativo per attaccare un telescopio di guida agli anelli del tubo; sono presenti solo dei buchi sui quali, sega e lima alla mano, ho dovuto costruire e montare due raccordi  curvi e un barra di alluminio filettato. Con poca spesa avrebbero potuto facilitare la vita degli astrofili, rendendo lo strumento più simile a tutti quei telescopi che hanno questi supporti già  belli e pronti di fabbrica (ad esempio il Vixen R150S).
Allego la foto della staffa da me costruita (con molta fatica avendo lavorato solo a mano) che funziona anche come maniglia per il trasporto.
OrionSPX-10-staffa3-ridotto    OrionSPX-9-staffa 1-ridotto

COME RIDURRE I DIFETTI
Per ridurre i difetti che ho sopra esposto, e per la cronica mancanza di tempo, sono dovuto ricorrere all’aiuto dei bravi Tecnosky e Artesky che, ognuno in parti diverse,  hanno eseguito piccoli lavori di controllo e rivisitazione su filetti, lubrificazioni, cambio viti.
Ad esempio le TGA erano troppo dure e sono state sostituite con viti più morbide, il secondario smontato e risistemato, il centro ottico del primario risegnato poiché l’anellino di collimazione era fuori asse e altro.
Con poco ho avuto grandi miglioramenti.
Volendo usare lo strumento per osservazione e fotografia, con e senza correttore di coma MPCC, con ogni oculare e accessorio a disposizione, ho forato il tubo in modo da riposizionare lo specchio primario 12mm più avanti ed avere, così, una versatile estrazione del fuoco.

Lo strumento, malgrado i problemi iniziali, è ora collimabile e senza problemi; rimane una buona scelta d’acquisto, se si desidera una buona apertura con poca spesa.

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